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La fine della P.C. ? PDF Stampa E-mail

Che fine farà la Protezione Civile?

La Protezione Civile "oggi come oggi è inutile" dice il Capo Dipartimento Gabrielli. L'intervento della stessa non è più nell'immediato, ma dipende dal via libero dello Stato in base ai finanziamenti che le si possono garantire a priori.

Mercoledi 25 Gennaio 2012 - Attualità -

"La Protezione Civile interventista, tuttofare, con poteri straordinari per gestire le emergenze, non esiste più. Scordatevela" ha detto il Capo del Dipartimento di Protezione Civile Franco Gabrielli a "il Giornale".

La Protezione Civile infatti, con la legge 10 del 2011, si ritrova con le mani legate: non può più agire nell'immediato al presentarsi dell'emergenza, ma, prima di potersi muovere, deve sapere se il suo intervento sarà coperto economicamente dallo Stato e aspettare da esso un via libera.

Questo è il guinzaglio burocratico imposto al sistema nazionale di Protezione Civile.

La stessa ha sempre potuto agire nell'immediato delle calamità, delle emergenze, assicurando un intervento di volontari ben formati e preparati a gestire le situazioni e apportando un sistema di coordinamento delle operazioni in grado di organizzare la catena dei soccorsi.

"Ridateci i poteri di prima, - sottolinea Gabrielli - metteteci in grado di agire direttamente e senza condizionamenti per salvare vite umane". Perché è di ciò che si tratta: salvare vite umane, e non solo. "Questa struttura, oggi come oggi, è inutile" afferma sempre Gabrielli.

Nell'emergenza il fattore tempo è fondamentale. Si sa.

Si sappia anche che il recente naufragio della Costa Concordia all'Isola del Giglio ha visto l'assenza di un coordinamento immediato dei soccorsi, e la presenza di una piccola realtà locale di Protezione Civile al momento dell'emergenza. Ma dov'era la realtà nazionale? Una situazione del genere aveva bisogno di un'immediata attivazione della Protezione Civile: perché solo quella locale è intervenuta?

Presto detto: la Protezione Civile nazionale ha dovuto aspettare il via libera.

Durante il naufragio "non sono potuto intervenire con la celerità di un tempo - dice molto chiaramente Gabrielli - perché non avevo la certezza che un nostro intervento potesse essere coperto. Prima le ordinanze erano firmate in tempo reale".

E "per fortuna che il territorio del Giglio è di un Comune che ha consapevolezza e strutture di Protezione Civile all'altezza - ha scritto Guido Bertolaso in una lettera dai toni infuocati al Corriere della Sera - Il sindaco ha potuto fare bene e subito". Ma se questa fortuna non fosse stata sufficiente?

Se la tragedia fosse avvenuta in mare aperto e non a 100 metri dalla costa, dove la giurisdizione non sarebbe più spettata al sindaco dell'Isola, "non sarebbe stato possibile mettere in sinergia competenze e capacità che fanno capo a soggetti molto diversi tra loro", riporta fermamente Bertolaso, ex capo del Dipartimento di Protezione Civile.

Questo "perché è stato «commissariato» il Dipartimento di Protezione Civile, perché si pensa - prosegue nella sua denuncia Bertolaso - che non sia indispensabile un effettivo coordinamento e nessuno ritiene più utile metterci la faccia.[...] Chi c'era al Giglio per decidere immediatamente integrando le competenze dei Vigili del Fuoco con quelle di altre strutture dello Stato? Nessuno".

Ecco, la tragedia del Giglio è un esempio di quello che mancherà nei soccorsi immediati per le emergenze e le calamità naturali se la Protezione Civile non potrà vedere sciolto qualche laccio: il coordinamento immediato.

Non scordiamoci che in Italia, oltre ai disastri causati per mano umana, il rischio di disastri naturali è all'ordine del giorno, basti pensare alle alluvioni in Liguria e Toscana di ottobre 2011.

Possiamo permetterci di avere un sistema di Protezione Civile assente al presentarsi dell'emergenza?

"Se il problema è che con il Dipartimento di mezzo i vari comandanti, autorità di ogni ordine e grado vengono privati del loro quarto d'ora di celebrità, - conclude quasi sarcasticamente Bertolaso - allora che si trovi una soluzione che preveda all'inizio di ogni emergenza l'estrazione a sorte di un portavoce che cambia ogni tre giorni, per far posto a tutti". Ma che qualcuno che coordina ci sia.

Al Giglio sappiamo che dopo una settimana la Protezione Civile è stata ufficialmente chiamata ad agire attraverso la nomina di Franco Gabrielli come commissario straordinario dell'emergenza.

Perché ci è voluta una settimana?

Ma prima le vengono applicati dei freni, poi la si mette a capo delle operazioni: come la si vuole questa Protezione Civile?

Qualcosa non torna. Che, effettivamente come dice Bertolaso, qualcuno debba passare sotto i riflettori mediatici nella fase acuta delle emergenze, a discapito di un intervento ben coordinato a tutela della popolazione, per poi lasciare spazio "secondariamente" alla Protezione Civile?

Forse è solo una domanda provocatoria, ma non è chiaro che fine farà la Protezione Civile e perché stia accadendo tutto ciò.

Noi riteniamo che il Dipartimento di Protezione Civile abbia sempre offerto un servizio fondamentale alla popolazione anche perchè immediato e privo di lacci burocratici. Sia chiaro: nel totale rispetto della legge. E la celerità e la liberta di azione a tutela delle vite umane e dell'ambiente è cosa di non poco conto.